Un cratere da impatto attraversato da faglie tettoniche
NASA/JPL-Caltech/UArizona
Un cratere da impatto attraversato da faglie tettoniche
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Questa immagine rivela una interessante coincidenza di due importanti processi planetari: la craterizzazione da impatto e la tettonica.

In questo caso c’ è un cratere da impatto (la forma circolare, larga circa 6,2 chilometri) che interseca una serie di faglie (gli elementi lineari). Le faglie tagliano il bordo circolare del cratere da impatto, mentre le faglie che si trovano nelle adiacenze non sono state distrutte dall’ impatto. Queste osservazioni ci dicono che la faglia è rimasta attiva dopo che è avvenuta la collisione.


In aggiunta, misurando lo spostamento tra i diversi frammenti dell’ orlo del cratere divisi dalla linea di faglia (supponendo che all’ atto della formazione del cratere il bordo fosse ininterrotto), è possibile stimare l’ entità del movimento, sia laterale che verticale, lungo la faglia stessa,. Faglie simili a questa formano degli avvallamenti, chiamati graben o fosse tettoniche: in questo caso la depressione più in ombra ne è un buon esempio. La sezione centrale, in ombra, scende rapidamente rispetto al terreno circostante, formando l’ avvallamento.



E’ anche evidente che parti dell ‘orlo del cratere si trovano più in basso di altre, dove il graben interseca il cratere. I lati del graben (le fratture che formano le pareti dell’ avvallamento) sono inclinate, così che I blocchi del bordo del cratere caduti in basso si sono spostati anche in senso orizzontale rispetto alla parte rimasta integra. Il movimento combinato, laterale e verso il basso, indica che qui il terreno è stato stirato e separato, con un fenomeno di estensione. Misurando lo spostamento di tutte le faglie si può stimare l’ entità dell’ estensione in questa parte del pianeta.



Questa circostanza è particolarmente utile perché, come già accennato, conosciamo bene la configurazione del terreno “pre-faglia”, dove l’ orlo del cratere era integro. E’ interessante notare che non c’ è segno di faglie sul fondo del cratere – il fondo non è stato toccato dal fenomeno ed è ben conservato. Ciò indica che con tutta probabilità è avvenuto un riempimento del cratere (forse per mezzo di lava o di un sedimento trasportato dal vento) successivamente all’ attivazione della faglia, riempimento che ha seppellito le tracce lasciate dal movimento tettonico e che ha costituito la terza fase della storia geologica di quest’ area.

Traduzione: Roberto Gorla

 
Data di acquisizione
22 maggio 2010

Ora su Marte
3:05 PM

Latitudine (centrata)
38.1°

Longitudine (Est)
256.8°

Altitudine della sonda
292.4 km

Scala originale dell’immagine
29.3 cm/pixel (con 1 x 1 binning) e gli oggetti di 88 cm attraverso sono risolti

Scala dell’immagine proiettata:
25 cm/pixel

Immagine proiettata
Equirettangolare (e il nord è su)

Angolo di emissione
11.1°

Angolo di fase
52.2°

Angolo di incidenza del Sole
41°, e il Sole è localizzato 49° sopra l’orizzonte

Longitudine solare
94.0°, estate settentrionale

JPEG
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Addenda
Il Jet Propulsion Laboratory della NASA dirige la sonda MRO. La fotocamera fu costruita da Ball Aerospace & Techologies Corp., e il suo progetto è realizzato dall’Università dell’Arizona.