Terreno a struttura poligonale
NASA/JPL-Caltech/UArizona
Terreno a struttura poligonale
ESP_019669_2450
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Sulla Terra il terreno ghiacciato e ricco d’ acqua spesso sviluppa una struttura dalla rimarchevole regolarità, formata da cumuli e da fossati interconnessi, vagamente rassomiglianti alle cellette di un alveare, struttura chiamata “terreno poligonale”. Queste strutture si sviluppano durante l’ inverno, quando il permafrost ghiacciato si spezza a causa del raffreddamento e della contrazione del terreno.

Nel corso di centinaia e migliaia di anni, la struttura della superficie si sviluppa in una serie, chiaramente visibile, di avvallamenti connessi tra di loro. Tipicamente, la dimensione di questi poligoni è nell’ ordine di alcuni metri. Caratteristiche analoghe sono le fratture di essicazione del fango che si formano quando il suolo umido si asciuga e si contrae, ma queste in genere formano strutture di dimensioni pari a pochi centimetri.

Anche Marte ha le stagioni ed il raffreddamento invernale frattura il terreno ghiacciato permanentemente (il permafrost) in un modo analogo a quello che avviene sulla Terra. Le strutture poligonali sono presenti diffusamente alle medie ed alle elevate latitudini marziane. Questa immagine mostra un esempio di terreno poligonale. Questo processo riduce spesso i crateri da impatto più grandi, come quello di 400 metri di diametro visibile nell’ immagine completa, in un anello residuale di macigni sparsi, in parte riempito e ricoperto dal terreno e dalla polvere soffiata dal vento. I crateri più piccoli, dell’ ordine delle decine di metri di diametro, sono per lo più assenti in questo tipo di terreno. Questa immagine ne presenta tre o quattro. Le caratteristiche combinate dei crateri più grandi e più piccoli ci suggeriscono che in quest’ area la superficie è di recente formazione ed ha sperimentato sostanziali trasformazioni durante un periodo di tempo breve, in termini geologici.

Lo stesso processo di formazione dei poligoni potrebbe essere in parte responsabile del “ringiovanimento” della superficie. Quando nuovi poligoni si sovrappongono alle strutture già esistenti, rimescolano in continuazione la superficie sviluppando nuovi avvallamenti e nuovi cumuli. A prova di ciò, l’ attento esame di crateri che sembrano di recente formazione rivela che i poligoni si formano rapidamente all’ interno dei crateri, erodendone le pareti.

Traduzione: Roberto Gorla

 
Data di acquisizione
07 ottobre 2010

Ora su Marte
3:13 PM

Latitudine (centrata)
64.7°

Longitudine (Est)
196.1°

Altitudine della sonda
314.6 km

Scala originale dell’immagine
31.5 cm/pixel (con 1 x 1 binning) e gli oggetti di 94 cm attraverso sono risolti

Scala dell’immagine proiettata:
25 cm/pixel

Immagine proiettata
Equirettangolare (e il nord è su)

Angolo di emissione
0.0°

Angolo di fase
65.9°

Angolo di incidenza del Sole
66°, e il Sole è localizzato 24° sopra l’orizzonte

Longitudine solare
160.0°, estate settentrionale

JPEG
Nero e bianco:
proiettato  non proiettato

Colore IRB:
proiettato  non proiettato

Colori combinati IRB:
proiettato

Colori combinati RGB:
proiettato

Colore RGB:
non proiettato

JP2 per scaricare
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JP2 EXTRAS
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proiettato  (89 MB)
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Colori combinati IRB:
proiettato  (225 MB)

Colori combinati RGB:
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Colore RGB:
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Addenda
Il Jet Propulsion Laboratory della NASA dirige la sonda MRO. La fotocamera fu costruita da Ball Aerospace & Techologies Corp., e il suo progetto è realizzato dall’Università dell’Arizona.